20 marzo 2010: “La capacità di cambiare colore alle cose”

Sovicille, Sala Consiliare

“Dalla cura del territorio ai saperi della vita quotidiana” presentazione e discussione del libro edito da Noi Donne “Le donne in agricoltura: ieri, oggi, domani” a cura di Erbandando, con la partecipazione della Direttrice di Noi Donne Tiziana Bartolini e Anna Pianigiani per l’Associazione Archivio UDI della Provincia di Siena.

In una sala piena di donne imprenditrici agricole, artiste, o comunque interessate all’iniziativa, alla presenza del Sindaco e delle assessore alla Provincia Anna Betti e Simonetta Pellegrini, Maria Teresa Battaglino, dell’Associazione Erbandando, con sguardo attento saluta e ringrazia tutte/i per la presenza e motiva l’importanza dell’ essere lì, donne di generazioni diverse, per ricostruire insieme il filo della memoria.

L’ampio, interessante ed emozionante confronto che si sviluppa conferma quanto da lei detto e più tardi, sempre Maria Teresa, scriverà: “Per noi è stato molto importante avere ricostruito questo filo della memoria e di/tra generazioni. Gli sguardi e gli affetti tra Beppina ex mezzadra Berenice e la giovane figlia dei “padroni di ieri”, oggi insieme nella rete per la salvaguardia della nostra terra, sono il punto focale del nostro incontro. Ci siamo ambiziosamente orientate da tanto tempo su questo, sempre meno crediamo alla economia delle imprenditrici ma alla economia delle donne, solo uno sguardo/presa di coscienza soggettiva dell’intraprendere complessivo della vita da parte delle donne può riportare la politica nella economia”.

Siamo d’accordo con Maria Teresa, infatti:

Le donne di Erbandando costruiscono e curano la rete per la salvaguardia della nostra terra; coltivano la terra o prendono ciò che essa spontaneamente dona. Coltivare e prendere non le arricchisce e spesso si trovano in conflitto con chi governa il “grande mondo” o i più piccoli mondi. Sanno che prima di loro ci sono state donne giovanissime e meno giovani che hanno lottato nelle campagne e non solo, per conquistarsi la dignità e la propria identità di donna.

Tiziana Bruttini nella sua comunicazione al Convegno “La memoria è Generativa” dice tra l’altro “….Guardando le foto delle manifestazioni, convegni, congressi (sia dell’UDI che del Sindacato) degli anni ’50, ’60, ’70 del secolo scorso, mi ha sempre colpito la bellezza e l’eleganza di queste donne. Belle tutte, giovani, anziane, grasse, magre, alte, basse, perché vere e fiere di se stesse e di ciò che stanno facendo.

Eleganti: sembrano tutte uscite dai figurini dei giornali dell’epoca con le loro camicette, golfini, le gonne a pieghe o diritte, la giacca tipo Chanel, la borsetta al braccio, il filo di perle (finte!). Non sono certo abiti di sartoria, la maggioranza di loro se li è cuciti da sé perché tutte imparavano a cucire, se non per farne una vera e propria professione, perché serviva per la famiglia e magari il cappotto è fatto con la stoffa rovesciata e ritinta di un altro cappotto (nell’immediato dopoguerra anche con la stoffa militare). …..alla manifestazione, al convegno sul lavoro a domicilio, allo sciopero per il contratto si va col “vestito bono” quello che si usa per la messa, la processione, i giorni di festa. E’ l’importanza di quell’evento, che si onora….In tutte queste occasioni, queste donne sono lì per rivendicare diritti e dignità, non sono mendicanti che chiedono l’elemosina mettendo in mostra gli stracci e le piaghe. Gli stracci e le piaghe si coprono per mettersi sullo stesso piano, per parlare alla pari col padrone, col sindaco, col prefetto”…

I pasti erano poveri, soprattutto per le famiglie dei braccianti. Si raccoglievano le erbe selvatiche e si cucinavano con cura e con accorgimenti per renderle più appetibili; si teneva la casa pulita e ordinata, la tua povertà non era disonore, era ingiustizia, sopraffazione da cui volevi liberarti.

L’ UDI fu importante per questo riscatto collettivo. Le donne di allora che raccoglievano erbe selvatiche non sapevano ancora che un giorno qualcuna si sarebbe ricordata di ciò come vissuto personale e avrebbe detto: “noi raccoglievamo le erbe selvatiche per nutrire la famiglia e si lottava per una società giusta, Erbandando raccoglie le erbette e ne fa gastronomia di qualità, fa rete per la coltivazione delle terre con il sapere dei valori di genere e per la qualità della vita. Erbandando raccoglie la dignità di quelle donne e la fa diventare cultura politica.

Allegato: intervento di Anna Pianigiani

L’iniziativa faceva parte del cartellone-programma 8 Marzo 2010 “La capacità di cambiare colore alle cose” coordinato e supportato dall’assessorato alle Pari Opportunità della Provincia di Siena